Venerdì, 30 Novembre 2012 16:16

La Palestina tra gli stati dell'ONU

Scritto da  Gerardo

Mentre l'Assemblea Generale dell'Onu si prepara a votare la risoluzione per il riconoscimento della Palestina come Stato osservatore non membro, l'Italia ha deciso che voterà sì a questa risoluzione, che prevedibilmente passerà nonostante l'opposizione di Israele e Stati Uniti.
In queste ore, molti giornali e agenzie stanno dando spazio al “colore “ del voto italiano, definendolo anche “storico”.



L'ITALIA VOTA SI'
L'Italia, a qualche ora dal voto, ha sciolto le riserve e «ha deciso di dare il proprio sostegno alla Risoluzione» come comunica una nota di palazzo Chigi. «Tale decisione è parte integrante dell'impegno del governo italiano volto a rilanciare il processo di pace con l'obiettivo di due Stati, quello israeliano e quello palestinese, che possano vivere fianco a fianco, in pace, sicurezza e mutuo riconoscimento -prosegue la nota-. A questo fine, il governo si è adoperato in favore della ripresa del dialogo e del negoziato, moltiplicando le occasioni di incontro con le parti coinvolte nel conflitto Medio-Orientale, in particolare da parte del presidente del Consiglio, ricevendo conferma della loro volontà di riavviare il negoziato di pace e giungere all'obiettivo dei due Stati».

TELEFONATA A NETANYAHU
Il presidente del Consiglio ha poi telefonato al premier Netanyahu, ribadendo che questa decisione non implica nessun allontanamento dalla forte e tradizionale amicizia nei confronti di Israele e ha garantito il fermo impegno italiano ad evitare qualsiasi strumentalizzazione che possa portare indebitamente Israele, che ha diritto a garantire la propria sicurezza, di fronte alla Corte Penale Internazionale.

LE REAZIONI ALL'ANNUNCIO ITALIANO
«Siamo molto delusi dalla decisione dell'Italia - uno dei migliori amici di Israele - di sostenere l'iniziativa unilaterale dei Palestinesi alle Nazioni Unite». È la reazione a caldo dell'ambasciatore israeliano a Roma all'annuncio del sì italiano. Di sentimenti opposti il ministro degli Esteri dell'Anp, Riad Maliki: «Siamo molto contenti per la posizione dell'Italia, chiamerò il ministro Giulio Terzi per ringraziare il governo italiano», sottolinea Maliki. Il capo della diplomazia del governo dell'Anp ribadisce quindi come la recente riunione a Roma del Comitato ministeriale congiunto italo-palestinese «sia stata un'occasione per spiegare le ragioni che ci hanno spinto per andare all'Onu». Da quell'incontro, conclude Maliki, «siamo usciti con un'impressione molto positiva»

ABU MAZEN GUIDA LA DELEGAZIONE
Sul fronte palestinese, il presidente Abu Mazen, che la scorsa notte si è incontrato a New York con il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, e con emissari dell'amministrazione di Barack Obama, guida la delegazione che presenterà formalmente la risoluzione. I palestinesi sostengono di poter contare sul voto favorevole di almeno 140 dei 193 Paese membri dell'assemblea e confidano di poter raccoglier ancora altri voti prima dell'inizio della sessione plenaria, che comincia alle 10 ora locale (le 16 in Italia). La risoluzione ha l'appoggio di una quindicina di Paesi dell'Ue, Francia e Spagna in testa, ma di fatto ha diviso i 27.

DIPLOMAZIA EUROPEA
La diplomazia europea ha infatti tentato fino all'ultimo ma senza successo di costruire una posizione comune (l'astensione in blocco), ma i singoli Paesi andranno in ordine sparso. I Paesi europei favorevoli saranno almeno 15 (Italia e poi Francia, Spagna, Danimarca, Irlanda, Portogallo, Austria, Lussemburgo, Cipro, Malta, Finlandia, Grecia, Belgio); la Repubblica Ceca, l'Olanda e la Bulgaria dovrebbero votare contro; la Gran Bretagna e la Germania dovrebbe astenersi. I «no» saranno meno di dieci - inclusi Israele, Canada, Usa e «i suoi paesi satelliti» - tra tutti i 193 Stati dell'Assemblea. Tra i grandi attori internazionali, Russia e Cina si sono detti a favore del riconoscimento della Palestina come Stato osservatore a partire dalle frontiere del 1967 e con capitale a Gerusalemme Est.

NO ALLO STATO PALESTINESE
In ogni caso, il premier israeliano Benyamin Netanyahu mette in chiaro che il voto all'Onu «non cambierà alcunché sul terreno». In particolare «non avvicinerà la costituzione di uno Stato palestinese, ma anzi la allontanerà ». Comunque «la mano di Israele resta tesa verso la pace», ha assicurato.

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